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STAMPA - TRASCRIZIONI - Museo del G

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STAMPA - TRASCRIZIONI

G STAMPA

HANNO SCRITTO DI LUI.
(Alcuni articoli di stampa, senza data e in ordine casuale).

LA REPUBBLICA:
COL SIGNOR "G" VA IN ONDA LA CATTIVERIA.
Scherzi atroci, scoop, provocazioni. Il suo è un programma-culto per i toscani.
Di Fabio Norcini.


Si chiama "G", ma non è un personaggio di Gaber. Anche se ne ha la coinvolgente capacità di seduzione dell'ascoltatore. Il nostro signor "G" è il più famoso, amato, chiacchierato, imitato e misterioso intrattenitore radiofonico toscano. Il mitico "G", come lo chiamano i suoi fans, si definisce uno che col microfono può dire quello che vuole. Un fornitore di notizie: con le sue telefonate ha evitato il suicidio di un'anziana, ha ritrovato una ragazzina scappata di casa, ha persino piazzato lo scoop di intervistare Cannata, lo sfregiatore di opere d'arte, poco prima del suo ennesimo atto vandalico. Non è iscritto all'ordine dei giornalisti, proprio per poter parlare male della categoria, specie in "Puzzo di stampa", un "controradiogiornale" inventato assai prima dei vari "Striscia la notizia": "I tempi finiscono per raggiungermi" si consola "G". Le sue trasmissioni costituiscono un vero fenomeno di costume e sono seguitissime, tanto da impensierire perfino gli imprenditori pratesi: pare infatti che per sentirle i dipendenti fermino i rumorosi telai. Ma non è questo il motivo per il quale ha scelto un rigoroso anonimato, nascondendosi dietro all'iniziale del suo nome. La sua velenosa satira, mordace e irriguardosa, non risparmia nessuno e nel corso della sua ormai lunga carriera gli ha valso parecchie noie, esposti alla Procura della Repubblica (finiti tra le risate degli inquirenti, che sono andati a seguire le sue dirette) nonché minacce di morte. Sembra strano, in un Paese nel quale la satira è diventata un impiego quasi statale, benedetta dalle istituzioni. Evidentemente quella di "G" non è funzionale a nessuno e proprio per questo ferisce. I suoi scherzi spesso sfiorano l'osceno e il goliardico e, approfittando dell'ingenuità degli interlocutori, arrivano per esempio a far leccare un televisore o a far credere che si possa rimanere incinta con gli ortaggi. Gli offesi sono soprattutto i moralisti e "gli imbecilli di ogni età", come li definisce l'inclemente "G". "Quello di scovare queste brave persone - ci ha detto - è un po' il compito che mi sono dato, anche perché senza nemici e detrattori mi sentirei un fallito". E si può arrivare a tanto con le burle del suo "Sondazzo", la sua rubrica più celebre. "Innanzi tutto i miei non sono solo scherzi, ma soprattutto provocazioni telefoniche, come le definisco io. L'intento è quello di offrire uno specchio della società nella quale viviamo, senza frapporvi filtri intellettualistici. L'ho chiamato così per satireggiare i sondaggi d'opinione che per me sono sempre almeno in parte falsati. Entrando in casa della gente, facendola reagire, penetro in realtà private in cui molti si riconoscono". Con un linguaggio senza freni, con una ferocia che fa pensare, come quando ha indagato su un campione di famiglie del nord, del centro e del sud fingendo di dover affidare un bambino bosniaco e da tale "sondazzo" i più menefreghisti sono risultati proprio i toscani. "Sì, ma non intendo fare della sociologia spicciola, le riflessioni vengono dopo. Rovistando sotto al tappeto, dietro le apparenze, emergono verità sgradevoli, ma anche divertenti, e l'ironia serve a esorcizzare i drammi". Allora nutre qualche velleità morale? "Niente affatto, mi ispiro alla tradizione becera e spietata, tipicamente fiorentina, che traggo da personaggi veri che ancora si possono trovare nei bar d'Oltrarno. Sono di Firenze, e anche se ne sono acerrimo critico, amo questa città che deriva la sua spocchia dalle glorie del Rinascimento e che si nutre nell'amarezza di secoli di ristagno". Le soddisfazioni maggiori da tanti anni di radio? "Avere alleviato tante solitudini, ma nel cuore ho soprattutto due ascoltatori, che poi ho conosciuto, i quali mi hanno confidato che grazie alle mie trasmissioni hanno riacquistato il gusto di vivere e hanno smesso di drogarsi".

IL TIRRENO:
NON ASCOLTATELO SE DETESTATE I TONI FORTI.
IL DISSACRATORE "G" SUSCITA AMORE E ODIO.
Di Stefania Sandrolini.


Ogni giorno, dal lunedì al sabato, va in onda "Ganzamente Insieme", un programma che ha molti anni di vita e di successi. Mente e voce della trasmissione è "G", semplice lettera dell'alfabeto dietro la quale si cela l'animatore più amato e allo stesso tempo più detestato, se non addirittura odiato, dell'ambito della radiofonia locale. Autore di canzoni ed ex direttore artistico di varie emittenti, esordì ai microfoni di Radio Blu una domenica mattina, suscitando, fin dal primo momento, grande sconcerto negli ascoltatori per il suo linguaggio "senza freni". Dotato di fantasia senza limiti, il simpatico intrattenitore è un "creatore di situazioni" spesso davvero esilaranti; durante "Il Sondazzo", per esempio, egli si cala nei panni di inverosimili personaggi come il rude Gugliermo Passeri e la sempre ottantasettenne Elvira Tirasassi, o si improvvisa maresciallo della "Squadra Immobile" o ufficiale dei "Vigili del Cuoco" e dà vita a divertenti gags basate su stralunate conversazioni telefoniche con ignare "spalle" pescate a caso sull'elenco. Grazie a una vivace parlantina e ad una buona dose di sfacciataggine, l'originale speaker riesce a far dire e fare alla gente interpellata cose incredibili; la sua bravura è testimoniata dal fatto che solo una piccolissima parte delle persone coinvolte capisce che si tratta di uno scherzo. Non è raro, invece, che dall'altra parte della cornetta qualcuno si arrabbi veramente. "Non le ho mai buscate - precisa il "G" ridendo - ma più di una volta ci sono andato davvero vicino". Un altro fondamentale momento della trasmissione è "Puzzo di Stampa", un antesignano degli attuali telegiornali satirici, durante il quale la lettura del quotidiano viene accompagnata da un commento simile a quello che potrebbe fare qualunque uomo della strada, parolacce incluse. La risposta del pubblico a questo modo "stradaiolo" di fare radio è talmente forte, nel bene o nel male, che l'animatore deve tenere giornalmente una rubrica di piccola posta denominata "Caro G". Non solo, la trasmissione è diventata anche un richiesto spettacolo dal vivo in cui il "G", oltre a fare telefonate a richiesta con i numeri forniti dagli intervenuti, propone anche sketch e canzoni di sua invenzione. Per originalità ed ironia, "Ganzamente Insieme" merita di essere segnalato come una delle più valide produzioni radiofoniche locali; una sola avvertenza: se non amate i termini forti, non ascoltatelo. Potreste avere uno shock!

IL TASCABILE TV (prima):
SQUALLIDA ESIBIZIONE.

"G" ha debuttato qualche giorno fa in un locale fiorentino, ma molto probabilmente al debutto non seguiranno molte repliche, dato lo scarso successo ottenuto dal suo spettacolo. Una comicità di bassa lega, fatta tutta di parolacce e versacci che in certi momenti superano i più arditi limiti della decenza. Parolacce sparate senza infingimenti o perifrasi, senza nemmeno cercare altre parole per dirlo. Parlare oltre di questa pseudo-rappresentazione non è proprio il caso. Un amichevole consiglio: meglio cambiar mestiere, meglio lasciar perdere. Consigliamo: un bel lavoro manuale, in campagna o in città, a scelta.

(Questo il primo giudizio, duro e senza possibilità di appello, del giornaletto sunnominato, specializzato in recensioni dello spettacolo toscano. Ma le "squallide esibizioni" del "G" continuarono con grande successo, al punto da dover piegare anche tanta livida protervia. "G" non cambiò mestiere, ma loro furono costretti a cambiare opinione, come segue).

IL TASCABILE TV (dopo):
FONDATO ANCHE UN FANS CLUB PER IL "G".


C'era anche uno striscione per il neonato "Fans Club" durante la "Festa della Nomination" de "Il Sondazzo", il popolarissimo programma di scherzi e provocazioni in diretta ideato e condotto dal "G", che è diventato il "mattatore" assoluto della serata divertendo moltissimo i suoi fans accorsi da svariate parti della regione a dimostrazione della sua popolarità. Le sue provocazioni e la coinvolgente festa organizzata per la Nomination al Pegaso sono il suo modo di ringraziare coloro che hanno votato la sua trasmissione durante tutto l'arco dell'anno, un modo fra l'altro graditissimo dal pubblico in sala che ha partecipato senza porsi limiti. Ovunque vada a fare i suoi spettacoli "G" è seguito da un folto pubblico fedele e divertito che accetta di buon grado il suo spettacolo "no-limits". Un successo crescente sia in radio che nei locali.

LA NAZIONE: Su Radio Blu attenti a non farsi… infilzare.
VENGA SIGNOR "G", CIOE' ZORRO.
Con l'elenco del telefono alla ricerca della vittima: a volte troppo pesante.
Di Titti Giuliani Foti.


Ha la voce inconfondibile, il fascino indiscutibile, il linguaggio incredibile. Dategli un elenco telefonico e farà polpette di tutti quelli che per un motivo non comprensibile diventeranno i suoi bersagli. Cercate, se ci riuscite, di non far parte di quella cerchia di vittime. Il "G" è come Zorro. Colpisce, lascia il segno e poi sparisce. "Assunta, qualcosa ti spunta. Assunta, tu mi piaci tutta unta!". "Salve, è Tele 47, Telemortocheparla". "Ufficio orcetti smarriti, viale dei Soldatini di Piombo all'angolo con via delle Cantonate". "Sono don Coccolino, il prete ammorbidente, ripeti con me, caro, ti assolvo". "Grazie, padre, grazie!". "Signora, sono il signor Cinciunto del M.E.R.D., Movimento Europeo Radiazioni Dannose. Ce l'ha un televisore in casa? Lo cosparga di burro e poi di zucchero, se leccandolo lo sentirà dolce vuol dire che le radiazioni non ci sono". "Non ce l'ho, non ce l'ho le radiazioni, grazie mille!". "G" è il suo nome, detesta di essere scambiato per un cabarettista o per un comico. E' un provocatore, o un "creatore di situazioni", un trasgressivo. Il "G" ha inventato diversi personaggi che secondo l'ispirazione del giorno, anzi del momento, sciorina al malcapitato del telefono. Il quale viene praticamente estratto a sorte. Immaginiamo che l'ufficio del "G" sia una sorta di tavolaccio straboccante di elenchi del telefono con i distretti di tutta la regione dai quali, a caso, vengono trovati i nomi delle vittime. L'impatto è l'asso nella manica del "G", che chiama per nome - quello letto sull'elenco - la sua vittima. Molte volte non c'è, ma c'è la moglie e le cose si aggiustano subito. "Scusi, ma lei è una donna?". "Certo". "Ahhh… maledetta! - comincia a sbraitare il "G" - io sono Supermaschio, il vendicatore dell'onore degli uomini. Si vergogni, lei ha ridotto suo marito a uno straccio!". E via con la prossima vittima. C'è da dire che il "G" è abbastanza grassoccio nel parlare, e non va tanto per il sottile. E di questo l'ascoltatore se ne sarà reso conto, come si sarà reso conto che le parolacce dette bene non sono affatto volgari. Ma ogni tanto il nostro straborda e questo sembra essere essenzialmente il suo limite. "O signora, sono Gugliermo (proprio con la erre, ndr) Passeri, devo consegnare quello che ha ordinato: dieci piedi di zingarino col gorgonzola coi bachi da fare in brodo". "Mi scusi, sa, ma mi sono operata ora di stomaco, non posso mica mangiarli". La cosa che lascia senza fiato è che nessuno pensi subito a uno scherzo. Ci sono quelli che si imbestialiscono e che lo mandano al diavolo; altri che lo vogliono picchiare; altre ancora che lo vorrebbero incontrare. Tutte le vittime, prese in contropiede, parlano col "G" e nessuno gli riattacca il telefono: bene o male vuol dire essere convincenti. Per questo la cronista gli ricorda di dimenticare un certo numero.

TV SORRISI E CANZONI:
CON MISTER "G" ABBOCCANO!


Idee, ironia e simpatia fanno di Mister "G", voce di Radio Blu, uno degli animatori più seguiti della Toscana. Risate a crepapelle ogni giorno dalle 12 alle 16 sono assicurate con le sue provocazioni telefoniche in diretta.

IL GIORNALE:
Non concede foto e non rivela il suo vero nome. Si definisce "un uomo tranquillo" ma di mestiere fa il "provocatore".
"GANZAMENTE INSIEME" AL "G".
Dietro le quinte della trasmissione del "terribile" speaker di Radio Blu.
Di Rossella Martini.


Nell'etere radiofonico toscano c'è un personaggio che può tranquillamente essere considerato "un numero uno", o, meglio, per quello che fa, è "il numero uno". Lui va in onda ogni giorno, domenica esclusa, per quattro ore, dalle 12 alle 16, con "Ganzamente insieme". Lavora con il telefono per fare non "degli scherzi", ma delle "provocazioni" telefoniche rigorosamente in diretta, frutto di una geniale improvvisazione. Da precisare che "Lui" si può amare o odiare, certamente non ignorare. Di chi stiamo parlando? Del "G", per l'appunto. Il nome, neanche a dirlo, è un nome d'arte, sbrigativo e veloce come si conviene e corrisponde alla prima lettera del suo misterioso nome: chiamarsi senza chiamarsi lo tutela dagli inseguimenti di qualche permaloso, ma forse le ragioni del fiorentino "G" sono anche altre: "Lavorando in radio - confessa - sono già privo di immagine; annientando anche il nome gli ascoltatori non hanno la possibilità di identificarmi, e possono quindi apprezzarmi per quello che ho dentro, senza nessun condizionamento. E poi l'iniziale da sola ha una sua dignità". Hai iniziato nel '77 come direttore artistico radiofonico, poi, da dietro le quinte, sei passato a fare il protagonista. "Mi accorsi che i miei testi e le mie idee con altri interpreti non rendevano come io volevo, così decisi di uscire allo scoperto e nacque il "G", su Radio Blu, in cui ancora lavoro. Il proprietario mi disse: "Questo è il microfono, fai e di' quello che vuoi". "Ganzamente insieme" comprende una prima parte fatta di provocazioni telefoniche denominata "Il Sondazzo", e una parte nella quale leggi i quotidiani a modo tuo, chiamata "Puzzo di Stampa". "Il Sondazzo nasce da "Abboccano!", un programma che facevo nell'83, nel quale telefonavo rispondendo ad annunci economici. Dopo la rivolta dei giornali di inserzioni, lo trasformai ne "Il Sondazzo", pura invenzione di una situazione simulata. E' l'ingrediente di punta di "Ganzamente Insieme". Il mio intento è quello di dare allo scherzo una veste non abituale: al di là del ridere può servire a capire come sono fatte le persone. Alla stessa provocazione le reazioni sono diverse o assimilabili tra loro". Come scegli le tue "vittime"? "A caso, attraverso gli elenchi telefonici. Qualche volta invece è il nome di battesimo ad ispirarmi". Quel nome che a volte ti ispira anche una canzone? "Io ho trascorsi da musicista, sono autore di canzoni, ho collaborato con Reverberi e ho anche inciso un 45 giri. Sono oltretutto un collezionista di dischi. Ma anziché fare il classico programma musicale d'intrattenimento ho scelto di proporre me stesso, anche se poi il richiamo musicale è forte e allora accompagnandomi con la chitarra mi invento delle tremende serenate in base al nome della persona che ho al telefono". Per chi ancora non lo sapesse, cos'è "Puzzo di Stampa"? "E' un notiziario satirico creato da me nel 1984. Leggo i giornali, a modo mio ovviamente". Qualche volta le tue provocazioni sono "pesanti". Come uomo che tipo sei? "A microfono spento sono molto tranquillo, un uomo che osserva e ragiona molto, credo di aver imparato a conoscere bene il lato umano della gente e provo le stesse emozioni di chi mi ascolta. Quando sono in diretta, invece, tiro fuori il lato più incisivo di me: in poche frazioni di secondo devo prendere delle decisioni, e certe volte effettivamente vado "di fuori" e forse sbaglio dandoci troppo dentro. In altri casi emerge anche… la bontà!". Per le tue provocazioni telefoniche utilizzi dei personaggi. Quali sono i tuoi preferiti? "Ne ho creati più di trecento, e quelli a cui sono più affezionato sono i primissimi: il rude Gugliermo Passeri, Elvira Tirasassi, la vecchietta senza denti, Tito Traves il traves… tito, Gioia La Troia e Il Nacchero". E Amedeo, lo psicologo? "Amedeo è un bel personaggio, ma dato che è bello, alto, moro e con gli occhi verdi imbrocca molto, e io, visto che non possiedo le sue qualità estetiche, non posso presentarmi ai numerosi appuntamenti al posto suo, e quindi…". Sei mai stato censurato? "No. All'inizio molti anni fa, c'erano parecchie proteste. Ora c'è più libertà d'espressione, ho anche qualche replicante!". Sei il "G" da molti anni, e il successo non accenna a diminuire. Vai bene anche come scrittore. "In radio il programma sta andando benissimo, le mie serate sono sempre più affollate e ho un pubblico molto vasto: anche i libri che scrivo vendono bene, anzi… Consiglio a tutti di leggerli". Hai mai pensato di tartassare qualche VIP? "Preferisco la gente vera, grazie!".

IL TIRRENO:
Uno scherzo del popolare speaker poco gradito a Empoli.
IL "G" RISCHIA IL LINCIAGGIO.


Il conduttore salvato dall'arrivo di polizia e carabinieri. Doveva essere un innocuo scherzo telefonico. Ma per poco non finisce in rissa. Tanto che, per scongiurare il peggio, sono intervenute due volanti della polizia e una pattuglia dei carabinieri. E gli animi si sono placati forzatamente, con tanto di promesse di reciproche denunce. E' accaduto l'altra sera in un locale di Empoli, dove il "G" è ospite fisso e fa scherzi su commissione. Qualcuno l'altra sera ne richiede uno da fare alle spalle del gestore e degli avventori di un Circolo poco distante. La fantasia dello speaker non ha limiti: compone il numero e con accento meridionale dice che davanti al locale c'è una coppia che sta facendo l'amore, che per il locale potrebbero esserci guai in vista, e così suggerisce di chiudere. Dall'altra parte cadono in trappola: i clienti vengono "cacciati", le saracinesche abbassate prima del previsto. Non si sa mai… Pochi istanti dopo l'arcano viene svelato. Forse è proprio chi ha commissionato lo scherzo che, lasciato il locale dove "G" sta lavorando va trafelato a controllare l'effetto dello scherzo. Dopo l'immancabile risata, svela anche l'origine del "tiro mancino". I clienti e soci "buttati fuori" sono circa un centinaio (stava svolgendosi una gara di biliardo). Una cinquantina di loro decidono in pochi istanti che quella beffa dev'essere immediatamente vendicata, e in gruppo si dirigono verso il locale da cui è partita la telefonata , vi fanno irruzione e vi trovano il "G", che ha appena terminato il suo spettacolo. Volano parole pesanti. Si arriva agli spintoni. Tanto che per salvare l'incolumità dello speaker alcune ragazze fanno da scudo e lo proteggono. Ma la scaramuccia non finisce. I beffati aspettano fuori, in piazza, che esca dal locale l'autore dello scherzo. Sono malintenzionati, lo aspettano per picchiarlo. Ma la polizia e i carabinieri, nel frattempo avvertiti, arrivano, e i facinorosi, che tanto "coraggiosamente" si erano lanciati cinquanta contro uno, si dileguano poco onorevolmente nella notte. "Un promemoria - ci spiega il "G" da noi raggiunto telefonicamente - su quanto avvenuto l'altra sera avevo già iniziato a scriverlo per consegnarlo alle forze dell'ordine. Ma poi ho ricevuto la telefonata del presidente del Circolo vittima del mio scherzetto. E' stato gentile, si è scusato pregandomi quasi in ginocchio (potevo "vederlo" anche per telefono, sono abituato) di non denunciare quei ragazzi "un po' impulsivi", per il buon nome del Circolo… Mi ha persino invitato ad andare a bere qualcosa in mezzo a quei bruti, tutti più grossi di me. Magari finisce che mi fanno fare qualche spettacolo anche lì… O mi menano veramente!".

LA NAZIONE:
"MAMMUCARI, UN GRANDE BLUFF".
Parla il "G", che da 17 anni fa scherzi al telefono: "Libero l'ho inventato io".
Di Pino Miglino.


"Se non ti offendi, ti suggerisco un titolo: "G": SONO IO IL PIU' LIBERO!". "G" è il conduttore-mattatore di Radio Blu, emittente che deve soprattutto a lui la sua larga diffusione in Toscana. Da 17 anni "G" trasmette nell'etere burle telefoniche: soggetti ideati appena prima di alzare la cornetta, sceneggiature improvvisate sul momento, comici per caso le vittime. Il suo programma è un "cult" tra gli ascoltatori di radio locali. "Libero" di Teo Mammucari su Rai2 invece è stato salutato come programma "trash" sì, ma innovativo nella soporifera produzione della TV italiana. Anche lì scherzi telefonici in diretta, allusioni da avanspettacolo, qualche parolaccia. Più o meno quello che il signor "G" fa da diciassette anni. "G", dovresti farti pagare i diritti d'autore da Mammucari… "No, in verità è che siamo in tanti ormai a usare gli scherzi telefonici. Gli scherzi ci sono da quando è nato il telefono (lo spiego anche nel mio primo libro). Certo, io credo di essere stato un pioniere. Semmai c'è qualche coincidenza di troppo con Mammucari per le serate che faccio nei locali". E cioè? "Ecco, questa è un'idea di cui davvero rivendico l'originalità: da dieci anni faccio serate con il pubblico che partecipa agli scherzi telefonici. Mi danno il numero di n amico, di un conoscente e poi insieme creiamo la situazione, che cosa dire, che voce fare. Insomma praticamente la stessa formula di Libero". Ma da esperto come ti sembra il programma di Mammucari? "Non mi fa ridere. Lui è bravo, ma il programma è ingessato: troppi bip, troppe censure, troppo "a modino". Non mi sembra così libero. Non è libero quanto me. D'altra parte quella è la Rai… Io dico quello che mi pare, prendo la gente veramente a caso, e alla fine non mi sogno neppure di spiegare che è uno scherzo". Insomma a Mammucari mancano le unghie… "Ma sì, altrimenti non ricorrerebbe ai personaggi in studio, ai nomi famosi…". Forse in TV la cosa funziona meno che alla radio. "Ah, questo è sicuro: del resto la TV è piena di programmi "radiofonici", prendi i talk-show…". Mammucari qualche scurrilità non se la fa mancare, per te è la norma: un modo un po' facile di far ridere. "Le vere parole volgari sono guerra, fame, inquinamento… Io uso alla radio il linguaggio di tutti i giorni. Non voglio essere come tanta TV, dove tutto è costruito, edulcorato. Mi ricordo di essere stato con Alessandro Benvenuti ospite a Forum: i litiganti erano tutti attori…". Ma perché questo pseudonimo, "G"? Hai paura di vendette, di ritorsioni? "No, paura no. Chi vuole può trovarmi alla radio. Insulti, minacce ne ricevo tutti i giorni. E non solo dalle vittime degli scherzi. Sapessi cosa mi arriva per gli attacchi che faccio alla caccia…". Gli scherzi più belli del signor "G"? Una volta convinse l'interlocutore di essere stato chiamato al telefono dal proprio fegato. L'organo lo rimproverava per gli intingoli e per i bicchieri di troppo. C'è stato un necroforo che ha avuto una conversazione con la salma che aveva seppellito. Il becchino, stupito dall'estinto che si era annunciato alla cornetta, aveva immediatamente urlato alla moglie: "Corri, c'è il morto di ieri…". Per non parlare di Romeo Caldarrosti, il "becco": va a lamentarsi con le mogli dei "rivali" che gli insidiano la consorte…



IL CORRIERE:
E' diventato famoso per i suoi scherzi al telefono in diretta.
IL PARLATOR SCORTESE.
"Io sono più libero di Libero e il mio programma racconta la verità".
Di Tiziana Piscopello.


"Si nasce incendiari e si finisce pompieri", scriveva Pitigrilli, uno che di ironia e satira al curaro se ne intendeva. Ma la frase, che calzerebbe a pennello a tanti, per il "G" non funziona. Anzi. Passano gli anni e lui rimane un "incendiario" della parola. Non di quelli che inneggiano alla rivoluzione, per carità. Ma di quelli che, come ogni giullare che si rispetti, dicono a tutti che il re è nudo e senza neppure una foglia di fico, visto che lui, il "G", descrive l'anatomia umana con una dovizia di particolari che non ha uguali. Lo fa ogni giorno, approfittando di quel "megafono" specialissimo che è la radio. Sulle sue onde lancia una gragnola di parole: scherzi al vetriolo per telefono, lazzi e commenti senza filtro, e parolacce a profusione. Come se piovesse. E la gente che l'ascolta protesta, denuncia, ma soprattutto lo ha eletto a suo idolo. Il "G", ormai, è un vero e proprio divo della radio. E per una star come il "G" non poteva mancare un'intervista per conoscere tutti i suoi segreti. Perché hai scelto una lettera, la "G", al posto di un nome? E' solo per un'esigenza di anonimato o c'è qualche altro motivo? "E' l'iniziale sia del mio nome che del cognome. Ma è anche qualcosa d'altro. E' una lettera che io spedisco ogni giorno ai miei ascoltatori". Come e quando è nato il "G"? "Il suo anno di nascita è il 1983, ma ha cominciato a crescere, come idea, molti anni prima. Ho iniziato a lavorare in radio nel '77, come direttore artistico. Creavo dei testi, dei personaggi ai quali poi i conduttori davano voce. Poi ho deciso che era ora di provare a far da solo: ho dato la mia voce al "G". Nel mio programma ho messo tutto: il mio passato, le mie esperienze positive, i fallimenti". Il tuo programma è una specie di "one man show", con poca musica. Perché questa scelta? "Io non sono d'accordo con chi fa radio e la concepisce come "solo musica". Per me la radio è un'altra cosa. E' dare me stesso, con entusiasmo. Per me la vera musica è quella delle parole". Sei diventato famoso per le tue telefonate a sorpresa in diretta. Ora alla Rai Mammucari fa qualcosa di molto simile e scoppiano le polemiche: Gli psicologi dicono che gli scherzi al telefono sono diseducativi, i pubblicitari dicono che vietando queste cose si soffoca la creatività. Tu che ne dici? "Per prima cosa dico che io sono molto più libero di Libero. In Rai lo scherzo si spegne ad ogni bip. Io invece dico tutto ciò che voglio. Loro sono la "parrocchia", io sono il diavolo. Ma non è tutto così superficiale come certi vogliono far credere: lo scherzo io lo chiamo provocazione telefonica. Chi l'ascolta all'inizio ride, poi riflette. Serve a far capire come la pensano le persone". Insomma il tuo "Sondazzo" al telefono è quasi educativo? "Non è un caso che l'abbia chiamato così: con il mio "sondaggio-pazzo" io riesco a trovare, contrariamente a quanto avviene per i sondaggi "veri", le persone completamente impreparate. Per questo riesco a raccogliere reazioni genuine. I miei sondazzi sono più veri dei sondaggi ufficiali". Anche ammesso che quello che tu riesci a far dire alla gente sia la verità, che tu riesca a scoprire le persone per quello che sono veramente, non pensi che chi ti ascolta lo faccia per un voyeurismo un po' insano? "Certamente c'è una componente voyeuristica. Spesso la gente è repressa, cerca di identificarsi in qualcuno che fa cose che si è sempre desiderato ma che non si ha il coraggio di fare. Insomma chi mi ascolta si identifica nel "G". "Il "G" non ha paura di niente - mi dicono quando mi avvicinano dopo i miei spettacoli - per questo ci piace". Anche nel "Puzzo di Stampa", rassegna di notizie che faccio ogni giorno, dico quello che mi viene da dire, e nei miei commenti tanta gente si ritrova". Quante denunce hai collezionato in questi anni? "Beh, un discreto numero. E anche minacce, telefonate minatorie, offese, pernacchie… Fa parte del gioco. Ma, ci tengo a precisarlo, il mio certificato penale è rimasto immacolato, pulito". Non pensi di fare una "radio spazzatura", alla stregua di tanta cattiva televisione che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere l'audience… "No, rifiuto categoricamente questa definizione. Penso che ci siano "ascoltatori spazzatura" e che, insomma, molto dipenda da chi ascolta. Chi si stupisce, chi grida allo scandalo è chi non riesce o non vuole capire che il mio programma è lo specchio della vita. Che la vera volgarità del mondo non sono gli scherzi del "G", ma le parole come guerra, caccia, vivisezione, violenza… Chi mi accusa non sa, per esempio, quante persone ho salvato dalla tristezza, dalla solitudine, dalla droga, semplicemente tenendo loro compagnia, parlando loro per radio". Insomma la tua trasmissione "è buona e fa bene". Allora a quali modelli ti sei ispirato per costruire il "G"? "Il "G" si è costruito da solo, ma i suoi punti di riferimento sono di sicuro il grande Orson Welles con la sua "invasione" del 1938, poi Lenny Bruce, uno che parlava chiaro e che fece una brutta fine, e poi Pinocchio, naturalmente!". E quando diventa un bravo bambino di carne, ossa e buoni sentimenti? "Allora la favola… l'è bell'e finita!".

IL GIORNALE:
IL "G" SALE IN CATTEDRA.
Domani tiene una lezione all'Istituto Leonardo Da Vinci di Firenze.
Di Rossella Martini.


Dalle frequenze radiofoniche all'aula Magna dell'Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da vinci di Firenze, una delle scuole superiori più numerose d'Italia. E' quanto accadrà domani al "G", lo speaker più provocatore dell'emittenza radiofonica regionale. La sua trasmissione è talmente seguita da diventare "cult". Un nutrito gruppo di seguaci si sintonizza ogni giorno dalle 12 alle 16 per seguire il "G". Tra gli ascoltatori anche gli studenti, e alcuni di questi hanno espresso il desiderio di conoscere da vicino il misterioso personaggio, che non si fa fotografare e non rivela la sua identità. La loro volontà è stata esaudita dai professori e dal Preside dell'ITI, e così per 2.500 allievi domani mattina il "G" avrà un volto, un nome e soprattutto si accomoderà in cattedra per una lezione di due ore che potremmo quanto meno definire "insolita". "Sicuramente qualcuno mi attaccherà, ma dopo tanti anni di diretta radiofonica credo di essere in grado di rispondere a tutti improvvisando com'è mio solito". Immaginavi di arrivare ad essere invitato a tenere una lezione? "Sinceramente no, comunque nella mia trasmissione faccio delle "provocazioni" con lo scopo non solo di far ridere, ma di capire come sono fatte le persone, come reagiscono al telefono prese alla sprovvista. Credo di poter dire di conoscere il lato umano della gente. Forse in questo potrei essere considerato un maestro". Recentemente sei stato "consacrato" anche da Internet. Stai sconfinando le onde di frequenza? "Ho appena vinto un altro Pegaso, la famosa statuetta assegnata ai numeri uno dello spettacolo toscano, anche grazie ai voti arrivati attraverso Internet. La mia è stata la trasmissione più largamente votata in rete, e mi sono accorto dell'esistenza di questo potente mezzo di comunicazione. Se c'è da sconfinare non lo farò da clandestino". Al microfono sei abituato, ma in questo caso non sarai solo una voce… "Da anni porto me stesso e le mie improvvisazioni davanti al pubblico, in spettacoli sempre molto seguiti, quindi posso dire di sentirmi preparato. La diversità sta nella "cattedra", collocata in un immenso stanzone pieno di ragazzi ai quali dovrò "insegnare" il mio linguaggio".

(Ma le cose quella mattina non andarono esattamente tutte lisce, anzi…).

IL GIORNALE:
I PROFESSORI LITIGANO COL CONDUTTORE RADIOFONICO PER L'AMIANTO A SCUOLA.


Come spesso gli accade, anche questa volta il "G" ha smosso le acque. Invitato dall'Istituto Tecnico Industriale Leonardo Da Vinci di Firenze per un incontro nell'aula Magna con gli studenti, il "G" ha trasformato quella che doveva essere una sorta di "lezione-spettacolo", scatenando la disapprovazione di alcuni insegnanti. Motivo della contestazione la lettura da parte del "G" di un fax da lui ricevuto e proveniente da un suo ascoltatore nonché ex allievo dell'ITI, che si soffermava su alcune carenze presenti nell'Istituto durante il periodo della sua frequenza. Tra queste venivano elencate le precarie condizioni della palestra fino ad arrivare al più importante problema dell'amianto presente, secondo l'ex allievo, in particolare nei locali dove si svolge il "biennio". Il "G" ha chiesto conferma dell'esistenza di tali problemi ai ragazzi presenti. La risposta roboante e affermativa non è tardata ad arrivare, così alcuni insegnanti, e soprattutto il Preside, hanno accusato lo stravagante "artista dell'etere" di voler ledere l'immagine dell'Istituto anziché spiegare i segreti del suo successo. Voce fuori dal coro dei docenti, un solo insegnante si è detto soddisfatto che i problemi dell'Istituto siano venuti fuori e che a questi venga data una voce. Il "G" agli attacchi di chi lo ha accusato di "non essere un professionista serio in quanto non documentato", ha risposto testualmente: "Non voglio accusare nessuno, ho solo dato lettura di un fax di un mio ascoltatore, e siccome riguarda i problemi dell'ITI sta a voi confermarne o meno la veridicità. In radio l'ho letto, come faccio per ogni fax che ricevo, e visto quello che è successo lo rileggerò. Se il problema dell'amianto esiste veramente sarà positivo per tutti cercare di risolverlo".

IL TIRRENO:
QUANDO IL CONFORTO ARRIVA VIA ETERE.
LEI VUOL SUICIDARSI, "G" LA DISSUADE.
Drammatica telefonata di una donna: "Ho pronte le pillole per uccidermi".
Di F.B.

Disperazione via etere sulle frequenze di Radio Blu. E' toccato al "G", presentatore originale e seguitissimo, accogliere il messaggio drammatico, lo sfogo amaro e disperato di una persona decisa a suicidarsi. Un messaggio, un appello o, forse, una testimonianza di ansie, vuoti e dolori quotidiani a conferma di tante crisi e vicende che si consumano di giorno in giorno, e dell'utilità di trasmissioni radiofoniche intelligenti, benché spesso ispirate allo scherzo. L'anonima signora di 54 anni che nel primo pomeriggio di ieri ha telefonato al "G" sostenendo di volersi suicidare, forse non recederà dal suo proposito. Di certo, però, si è sentita, per una volta, meno sola. La conversazione via cavo, divulgata dalla radio in tutta la regione, è apparsa a molti drammatica, ha provocato più di uno shock, ha toccato a fondo gli ascoltatori. La donna, e dal tono si è capito subito che non si trattava di una mitomane, ha detto senza mezzi termini di volersi suicidare. Nelle poche spiegazioni, i motivi evidenti ed apparenti dell'intenzione di togliersi la vita. Una storia di solitudine, di figli e nuore che "rifiutano". Come, poi, stiano realmente le cose è difficile saperlo. Conta soltanto, del resto, come la donna, disperata ed affranta, le vede, le sente e non desidera più viverle. Di sicuro la radio ha permesso a tutti di soffermarsi sul vuoto e sulla disperazione interiore della signora che ha chiamato, parlando per più di dieci minuti e affermando di aver scritto una lettera al figlio e di aver già pronte le pillole per suicidarsi. Molti si sono sentiti vicini alla signora, desiderosi di aiutarla. Se non servirà non si potrà dire che l'appello sia caduto nel vuoto. "G" ha aperto un dibattito tra gli ascoltatori. Il presentatore, sempre pronto a sdrammatizzare, a dialogare, senza peraltro voler influenzare la donna, ha ricevuto numerose telefonate. "Ha telefonato un'altra signora, poi un uomo che piangeva e tanti altri", racconta il "G". "Ci siamo chiesti se sia possibile e giusto impedire a tutti i costi a qualcuno di togliersi la vita. Non si può fermare chi, a mente fredda, sia deciso a suicidarsi. Si tratta semmai di verificare se si tratta dell'unica possibilità e di una volontà davvero vera". Comunque sia, qualche speranza è stata aperta. "Molte persone mi hanno lasciato i loro numeri di telefono, nel caso la donna, alla quale li ho trasmessi, volesse contattarle. La signora mi chiamato di nuovo - continua "G" - dicendo di attendere alcune decisioni del figlio, ma ha ribadito di avere sempre pronte quelle pillole…".
(La drammatica telefonata è disponibile nel canale IO CONFESSO col titolo "La suicida")

IL TIRRENO:
Fugge una ragazza, i genitori vanno dal suo disc-jockey del cuore.
TREDICI ANNI, SCAPPA DA CASA
E RITORNA PERCHE' GLIELO CHIEDE LA SUA RADIO PREFERITA.
Di P.C.

Scappa da casa e decide di tornare quando a chiederglielo è il suo disc-jockey preferito. Non è un telefilm sulla potenza dei mass media, ma una storia vera consumatasi - questo sì - sulle onde del mezzo di comunicazione preferito dai giovanissimi: la radio. Alle 15 di ieri su Radio Blu si interrompe il programma di uno degli intrattenitori più geniali e provocatori, che si presenta col nome d'arte di "G". Spunta la voce affranta di due genitori. La loro figlia di tredici anni non è tornata a casa dalla vicina scuola media: inutili le ricerche lungo il tragitto. I genitori pensano al peggio, sulla scorta di un piccolo diverbio avvenuto la sera prima tra il babbo e la figlia. Motivo, a quanto dichiarato dal padre al microfono. Il rifiuto opposto alla richiesta di una uscita serale. La ragazza se la lega al dito e se ne va a scuola portando con sé i risparmi. Finite le lezioni non rincasa. L'angoscia che cresce per i familiari, i lunghi minuti in attesa di uno squillo del campanello o del telefono sono rotti da un lampo di genio: i genitori salgono in macchina e poco prima delle 15 suonano al portone di Radio Blu. Il "G", re dell'estemporaneità, dà loro un microfono e parte l'appello: il babbo, con voce che denota maggior fiducia, la mamma quasi presa dalla disperazione. Il "G" che - potenza del caso - pochi minuti prima aveva letto in diretta una cartolina inviatagli dalla stessa ragazza, ci mette del proprio e l'appello è completo. Tanto più che l'intrattenitore conosce già epistolarmente l'ascoltatrice, dalla quale aveva ricevuto altre due lettere nelle quali la ragazza raccontava le forti emozioni provate per uno sceneggiato televisivo da cui era rimasta fortemente turbata. I genitori se ne vanno con la radio accesa, e al ritorno… trovano a casa la figlia, sana e salva, e persuasa, come lei stessa dichiara, dall'appello del "G". Tutti contenti, resta però un mistero. Dov'era andata? "Da un'amica", replica secca la mamma al telefono, invitandoci a non parlare della faccenda. Proprio lei che poco prima si era rivolta a una radio. Già, ora che il lieto fine è arrivato, i mass media non sono più amici. Sono una scocciatura.

IL TIRRENO:
Il pubblico non ha dubbi: gli strali della sorella dell'Avvocato sono rivolti all'animatore di Radio Blu.
SUSANNA AGNELLI POLEMIZZA CON IL DJ.


Invita un'ascoltatrice a far spegnere la radio quando trasmette il "G". Gli ascoltatori non hanno avuto il minimo dubbio: il conduttore del "programma di una radio privata al limite della decenza" cui si riferisce Susanna Agnelli sull'ultimo numero del settimanale "Oggi" è lui: il "G", provocatorio, irresistibile animatore di Radio Blu. Ieri pomeriggio, durante il programma da lui condotto, un'ascoltatrice ha segnalato in diretta il contenuto di una lettera apparsa nella rubrica "Risposte private" che Susanna Agnelli tiene sul settimanale "Oggi". La lettrice Anna V. di Prato si lamenta con la Agnelli che, durante una recente seduta dall'estetista, "per tutto il tempo che sono stata sottoposta alle cure ho dovuto sorbirmi il programma di una radio privata al limite della decenza. Sono stata zitta - prosegue la lettera di Anna V. - perché in fondo mi sentivo in casa d'altri, anche se il negozio è un locale pubblico. Ma la prossima volta, se la cosa dovesse ripetersi, chiederò di spegnere la radio. Crede sia giusto?". Lapidaria la risposta di Susanna Agnelli: "Io gliel'avrei fatta spegnere già la prima volta! Si vede che lei è molto paziente". Nella lettera non si fa riferimento né al nome dell'emittente né tantomeno a quello del conduttore. Tuttavia è bastata la provenienza della lettrice (Prato) e le caratteristiche del programma ("al limite della decenza") perché gli ascoltatori vi abbiano intuito il riferimento al trasgressivo appuntamento quotidiano col "G". Durante la trasmissione il "G" ha invitato provocatoriamente gli ascoltatori a inviare altre lettere a Susanna Agnelli denunciando il carattere "ai limiti della decenza" del suo programma. E c'è da giurare che l'invito sarà raccolto al più presto. "E' un effetto meraviglioso pensare che Susanna Agnelli abbia, per una volta almeno nella vita, sfiorato anche se solo col pensiero la mia persona - ha commentato ironicamente il "G" - Quanto alla presunta indecenza del mio programma, sono ben altre le cose indecenti in questa Italia!".

EPOCA:
IL SESSO? QUI SI FA IN PIAZZA.
Di Daniele Azzolini e Raul Passaretti.

Da mezzogiorno alle quattro su Radio Blu è l'ora del sondaggio, anzi del "Sondazzo" in diretta. La domanda di oggi è: "Volete in affidamento un bimbo napoletano di otto anni?". Telefonate tante, adesioni poche, e soprattutto poco serie. Il che va benissimo al "G", che non chiede altro. Si ride, si scherza, si fa di peggio. Per esempio si danno appuntamenti erotici in pieno centro, in modo che nel posto "X" all'ora "X" convergano non meno di dieci persone. Oppure si mandano in onda orgasmi in diretta. Imbarazzante? Bene, allora l'obiettivo è centrato!

LA NAZIONE:
Professione conduttore.
IL VULCANICO MISTER "G".


Dal 1982 guida un noto programma sulla fiorentina Radio Blu. Da parecchi anni imperversa nell'etere col suo programma e con i suoi personaggi strampalati. Stiamo parlando del "G": così è conosciuto il vulcanico conduttore del programma "Ganzamente Insieme", che va in onda dal lunedi al sabato sulle frequenze di Radio Blu a partire da mezzogiorno. "Sono approdato a Radio Blu nel 1982 dopo qualche esperienza come direttore artistico - ci racconta - e da allora non ho più voluto cambiare". La rubrica di punta del programma è "Il Sondazzo", una girandola di telefonate trasmesse nella tarda mattinata. A prima vista parrebbero semplici scherzi telefonici, ma il "G" precisa: "Definirli scherzi è riduttivo: io le chiamerei provocazioni telefoniche. Entrando nelle case si toccano con mano infinite piccole realtà. Vengono fuori le mille debolezze e per fortuna anche i pregi della gente". Lo schema del "Sondazzo" è sempre uguale: una telefonata, una situazione assurda proposta dal "G" e poi… via a ruota libera: si improvvisa molto. Bisogna dire che pochi sono quelli che la prendono con filosofia: molti, diremmo troppi, reagiscono con insulti e strilli di pessimo gusto. "Non manca qualche querela - ci dice ridendo il nostro conduttore - ma la colpa è di chi mi prende sul serio. C'è troppo nervosismo nella gente. Se non si lasciassero trascinare subito dalla collera si divertirebbero anche loro". Alcuni dei personaggi del "G" hanno resistito negli anni, come Gugliermo Passeri, fattorino dei negozi più assurdi: la pescheria Trigliallegra, il bar Armida o i vivai Morticini: naturalmente le ordinazioni sono in quantità industriale, e il Passeri cerca di recapitare "cami" di roba che la vittima prescelta avrebbe ordinato. Al grido di: "Come, la unn'ha ordinato nulla?", l'inarrestabile e becero Passeri elenca l'ordinazione: centinaia di pianticelle o di coni gelato crema e cioccolata, migliaia di lattine di Coca Cola con la cannuccia, camere dal terribile aspetto kitsch, pesci dai nomi incredibili. Scontata la replica: "Mi dia l'indirizzo della ditta!". E' presto detto: via delle Cantonate, all'angolo di viale dei Soldatini di piombo, là dove comincia piazza delle Candele Spente con in mezzo il monumento al Cerino. Telefono? 692369 plin. Ovviamente tutti hanno il tasto "plin" sul telefono. Progressi della tecnica. E c'è chi, nonostante queste enormi panzane, continua nelle sua ostinata tiritera: "Non ho ordinato nienteeee!!!". Ma la voce del Passeri sovrasta le grida del malcapitato: "Gliene porto, gliene porto! Io suono, lei la mi apre, la piglia la roba e la mi paga!". Astronomico il conto: nei casi peggiori si supera il milione di lire. Il caso, poi, può regalarci gustosi fraintendimenti: quando il "G" viene scambiato per qualche parente o amico burlone, la situazione volge in scambi di battute grotteschi e paradossali: "Mario, sei tu! Ti ho riconosciuto, sai?". E' allora che l'aggressivo Passeri o il maleducato Nacchero smettono i loro panni e iniziano a recitare una nuova commedia, stavolta quella di una persona reale ma del tutto sconosciuta. Alcuni personaggi del "G" sono ispirati alla realtà dei quartieri popolari di Firenze dove il "G" ha trascorso l'adolescenza. Altri sono di pura fantasia, come la Madre Superiora delle Carmelitane in Ciabatte o il Maresciallo Pampurio della Squadra Immobbile (rigorosamente con due B!). Veramente impagabile il timido Girolamo, che commissiona serenate tramite il servizio SIP (Servizio Idilli & Passioni). "Certi comici - dice un po' orgoglioso il "G" - hanno fatto successo trascinandosi dietro sempre lo stesso personaggio. Io, che non sono un comico, tra personaggi e situazioni ho perso il conto…".

TOTEM COMIC:
QUELLI CHE CI FANNO SBELLICARE SUL SERIO.
TOTEM DISCORRE COL "G".
Di Luca Boschi.


Prendiamo le distanze, per una volta, dal sedicentemente rutilante pianeta televisivo, per gettarci a pesce in quello assai meno celebrato della radio. Nella selva dell'etere scopriamo anche una radio libera, da anni la più ascoltata della Toscana (e dintorni, isole comprese): Radio Blu, animata tra gli altri da un enterteiner fuoriclasse assolutamente atipico, una sorta di Lenny Bruce degli anii Novanta il cui linguaggio si basa sul turpiloquio (e della provocazione dello stesso nei confronti dei suoi fruitori) già un decennio prima che Paolo Rossi avesse accesso a Rai Tre. Questo anchor man, che legge con la stessa disinvoltura (e stile) notizie del giorno in una rubrica intitolata "Puzzo di Stampa", bollettini di ufologia e brani di letteratura erotica pesa, non ha un nome preciso. O meglio, all'anagrafe ce l'ha, e corredato dall'apposito cognome di prammatica, ma per i radioascoltatori è semplicemente "G", senza nemmeno il puntino di accompagnamento che potrebbe far pensare a un'abbreviazione. Nelle quattro ore della sua fascia quotidiana di trasmissione avviene di tutto, ma le rubriche più seguite sono senza dubbio quelle in cui usa il telefono per collegarsi al resto del mondo. Lo spazio di massimo ascolto condotto da "G" si chiama "Il Sondazzo": un sondaggio dalla rima finale occulta, ma che potrebbe anche significare semplicemente "pazzo". Il "G" in queste occasioni si trasforma in personaggi improbabili dai nomi repellenti, come l'architetto Culirossi, il signor Astice Naselli della pescheria La Trigliallegra, l'ottantasettenne vogliosa Elvira Tirasassi, il bambino Simone, il dottor Spargo Gocciabianca (promotore del movimento per la libera eiaculazione), il professor Cinciunto del M.E.R.D. (Movimento Eliminazione Radiazioni Dannose), il maresciallo Pampurio della Squadra Immobile, l'onorevole Gerardo Pipponi del P.INC. (Partito degli Incazzati, una Lega bossiana spinta alle estreme conseguenze)… E al direzione della sua emittente ha la sensibilità di lasciarlo fare senza limiti o censure. Tranne una volta, quando direttamente dalla Curia locale venne una precisa indicazione di far cessare una serie di telefonate in cui il "G" si fingeva confessore e mandava in onda in diretta i peccati della gente. Comunque sia, ogni pur esauriente elencazione dei personaggi curiosi (ma anche umani) con cui il "G" mette a confronto gli ignari utenti del servizio telefonico non può rendere che una incommensurabilmente pallida idea di quanto viene diffuso dalle onde della radio. Per dare un'idea di questo personaggio polimorfo a chi non ha la ventura di ascoltarlo o di averlo conosciuto in un suo spettacolo (dove canta, anima, fa spogliare la gente, dà scandalo, viene cacciato se il gestore del locale è catto-oscurantista e si accorge solo in ritardo a quale pericoloso demone ha dato spazio), eccovi questa intervista esclusiva. A noi di Totem Comic interessi per la tua enorme capacità di intrattenere il pubblico e di farlo sbellicare dalle risate, ma hai anche un altro punto di contatto col nostro mondo, dato che collezioni fumetti. "Sì, ho molto materiale accumulato negli anni, ma ora non ho più molto spazio per raccoglierlo. E' un'esperienza che si fa in un dato momento della vita, forse perché ti manca qualcosa… Il collezionista accumula cose che gli sopravvivono e spesso, quando muore, il suo patrimonio va a finire male. Per questo penso che non ci si possa mai godere una collezione fino in fondo. Collezionare credo sia sopratutto il piacere di trovare qualcosa che poi posi lì, mettendoti nuovamente in cerca. In questo senso è accettabile, e si trasforma in una serie di momenti emozionanti. Ma guai a terminare una serie: è triste quando non hai più niente da scovare". Tu lavori nel settore dell'umorismo a tempo pieno, con il tuo programma quotidiano alla radio, con gli spettacoli nei locali e con le tue canzoni trasgressive. Quello che più ci stupisce è l'enorme mole di materiale che riesci a creare, usando gli spunti più diversi. Dalle lettere e dalle telefonate che ricevi in modo martellante si capisce che ormai si è creato un gruppo ben compatto di gente che fa sempre e comunque il tifo per te. Non sono molte in Italia le persone che scatenano questa reazione, nemmeno nel mondo dello spettacolo più conosciuto. Come sei entrato nel mondo dell'etere? "Lo sai che lo devo un po' anche a Ilona Staller? Era il 1977, e il proprietario di una emittente adesso morta e sepolta mi chiese di scrivere qualcosa di simile ai racconti erotici "recitati" da Cicciolina a Radio Luna in quel periodo. Io mi inventai la storia di una ragazza che una sera rimaneva bloccata con la macchina sulle colline toscane e veniva inseguita dal "mostro di Fiesole"; trovava rifugio in una villa che per combinazione era anche sede della radio e parlava, si metteva a giocare con il microfono, se lo infilava nei soliti posti… Questa cosa non è mai andata in onda, ma da quel giorno non ho più smesso di lavorare in radio". Come vedi il tuo pubblico? Quello che ci stupisce è la disparità di comportamenti e modi di sentire le cose tra le persone che ti ascoltano e quelle che incontri telefonando. "Sapendo quello che faccio qualcuno potrebbe pensare che i miei ascoltatori siano dei maniaci, dei drogati… Invece sono persone normali, anche un po' represse, che si identificano semplicemente con quello che dico: uso il microfono come terapia per sfogarmi e nel frattempo faccio sfogare chi mi ascolta, sono la loro voce libera. Comunque non sono tutte rose e fiori: c'è anche chi mi minaccia. In fondo questo mi fa anche piacere, perché significa che le mie provocazioni vengono accolte fino in fondo, e io assolvo anche a una importante funzione sociale: stanare gli imbecilli!". Per concludere… "Stasera (l'intervista avviene dopo la fine di uno spettacolo, nelle ore minuscole del mattino, n.d.r.) mi avete sentito dire un mare di cazzate, parlare di sesso, ho toccato il culo alle ragazze, ho fatto quello che mi si richiede, e la cosa strana è che mi riesce di farlo solo su un palco. Normalmente non faccio queste cose, anche perché se lo facessi sarei una specie di maniaco. Io cerco solo di stupire, di provocare e naturalmente di divertire. Quello che voglio precisare è che non sono né un comico né un cabarettista, non so nemmeno come potrei essere definito, sicuramente non una di queste cose. Quello che faccio mi serve per veicolare anche dei concetti: nel mio modo ultraspontaneo di parlare c'è qualcosa di utile e di buono, credeteci. Ci credete?…".



LA GAZZETTA:
IL MISTERIOSO SIGNOR "G".
E' accusato di far uso di un linguaggio scurrile ma l'indice d'ascolto è dalla sua parte.
Di Daniela Lombardi.


E' certamente un personaggio di spicco. E' diventato una persona di famiglia. Per strada molto spesso si sente dire: "L'hai ascoltato il "G"? Cosa dirà mai oggi?". Per quattro ore consecutive tiene compagnia agli ascoltatori di Radio Blu coinvolgendoli nel suo modo tutto particolare di fare radio. E' molto disponibile e simpatico, ma su tre cose è intransigente: sulla sua età, sul suo stato civile, sul suo vero nome. Inoltre ha un altro vezzo: non vuole descrivere la sua persona. Sentiamo da lui perché tanto riserbo da uno che fa un tipo di radio controcorrente, provocatorio, a volte addirittura giudicato "immorale", o almeno ben colorito per via del suo linguaggio non certo clericale. "Ritengo inopportuno comunicare agli altri i miei dati, il mio aspetto esteriore. Sono cose inutili. La radio è anche fantasia ed è bello e giusto che la gente mi immagini come vuole e soprattutto che mi apprezzi per quello che tiro fuori da dentro piuttosto che per quello che butto dentro da fuori". Per i suoi programmi si ispira a qualcuno? "Il mio grande ispiratore è Orson Welles. E' geniale. Nel 1938 durante un suo programma radiofonico fece "abboccare" molti americani comunicando in diretta l'atterraggio del marziani sul nostro pianeta. Questo spiega tante cose, come la forza comunicativa della radio. Io sono per un tipo di comunicazione totale, a volte dissacratoria". E' accusato molto spesso di usare un linguaggio troppo scurrile, specialmente nel suo "Sondazzo". Sono proprio necessarie tutte quelle parolacce? "Sì, servono anche a scuotere la gente, che spesso vive come in trance e, presa com'è dai suoi mille problemi quotidiani, si lascia semplicemente vivere; una scossa ogni tanto non può che fare bene. E poi modificare ipocritamente il proprio linguaggio solo perché si è davanti a un microfono lo lascio fare ai miei colleghi…". Ha mai ricevuto delle querele per ciò che dice in trasmissione? "Per il linguaggio libero mai. Per le mie telefonate qualche volta, ma si è sempre risolto tutto a mio favore. Piuttosto ricevo molte minacce: c'è chi mi vuole prendere a cazzotti, chi mi vuole sfasciare la macchina, chi mi vorrebbe eliminare sul piano fisico… Ma come vede sono qui. Tanti mi criticano e affermano di non ascoltarmi, ma sono quelli che hanno le orecchie più grosse!". Perché proprio questo mestiere? "Tutto ciò che ha a che fare con la fantasia mi eccita. A lavorare mi diverto, e so di divertire anche gli altri, di tenere tanta compagnia a chi è solo o soffre per qualsiasi causa. E' molto bello anche il rapporto che riescono a creare gli ascoltatori tra loro: fanno amicizia via etere. Si sono creati tra gli ascoltatori dei veri e propri personaggi che animano e danno vita alla trasmissione". Non si è mai stancato di parlare davanti a un microfono? "Assolutamente no. Se mi fossi stancato avrei già smesso da un pezzo. Lo faccio perché mi piace. E' un'esperienza di vita che arricchisce e nella quale posso riversare ogni mia esperienza, sia positiva che negativa. Mi sento un privilegiato: a differenza di tanti, che poi diventano miei ascoltatori magari per disperazione, posso fare un lavoro che non sembra un lavoro ma un divertimento, tanto che molti mi chiedono: "Qual è il tuo vero lavoro, quello serio?". Io rispondo: "Vivere". Ci restano un po' male e tornano nelle loro gabbie per un pugno di lire al mese. E poi accendono la radio".

IL TASCABILE TV:
QUESTA SETTIMANA…


Questa settimana il vero mattatore è il "G", che con le preferenze è in testa a ben due classifiche settimanali, quella delle Trasmissioni Radio e quella dei Personaggi. Continua dunque a piacere la comicità del "G", che con i suoi scherzi telefonici riesce a far divertire molti ascoltatori. Un po' meno si divertono le sue vittime.

MILLECANALI:
UN PREMIO PER LE EMITTENTI TOSCANE.


Quest'anno il premio Pegaso è andato al "Sondazzo", un programma condotto dal "diabolico" "G". "Un premio gradito dopo tanti anni di carriera radiofonica ci dice il "G", conduttore e ideatore della trasmissione (top secret il suo nome vero). Una formula alquanto insolita quella del "Sondazzo". "Si parte da una burla telefonica in cui io impersono diversi personaggi - continua "G" - per passare alla provocazione e studiare le innumerevoli e divertenti reazioni delle vittime". La rubrica viene trasmessa dal lunedì al sabato su Radio Blu.

(L'articolo che segue ha una storia: in trasmissione da "G" venne una ragazza che voleva liberarsi di un peso schiacciante. Violentata dal padre, desiderava confidare le sue pene al proprio "amico" radiofonico e ai suoi ascoltatori. Il programma fu seguito, come spesso avviene, dal maggior quotidiano della regione, e dopo la trasmissione una giornalista si fece subito viva col conduttore per "ottenere" la ragazza in cambio di un bell'articolo con lui come eroe del giorno. Al "G" sembrò di pessimo gusto questo "baratto" fatto sulla pelle di una ragazza che soffriva e che si era affidata a lui e rifiutò, malgrado le insistenze reiterate della signora, di "darle" la giovane come gli era stato richiesto. Risultato: la giornalista in questione non rinunciò all'articolo, che fu pubblicato ugualmente il giorno dopo sulla base di quanto ascoltato per radio, senza però menzionare né il nome dell'emittente né quello del conduttore, gettando anzi su di lui qualche ombra di morbosità. Questo la dice lunga su un certo giornalismo, a cui "G" si vanta di non appartenere. Per la cronaca - quella vera - la ragazza trovò, dopo lo sfogo con "G", amici e amiche che l'aiutarono, e soprattutto la forza di rivolgersi alla magistratura, ottenendo finalmente giustizia).

LA NAZIONE:
Clamorosa denuncia di una diciannovenne ai microfoni di una emittente locale.
IN DIRETTA ALLA RADIO: "MIO PADRE MI VIOLENTA, AIUTATEMI".
Di Olga Mugnaini.


Una voce flebile, quasi d'uccellino, squarcia lo spensierato programma di canzonette e spot pubblicitari diffusi dalle antenne di una radio locale. Francesca ha diciannove anni e con le parole che le tremano sulle labbra racconta che suo padre l'ha violentata all'età di sedici legandola al letto, che la mamma è morta e che lei è sola e disperata, costretta a fare la donna di servizio al fratello e a quel babbo che vorrebbe veder morto. L'allegria del sabato pomeriggio svanisce in un istante, E la modulazione di frequenza di questa emittente diventa il megafono della straziante e intima confessione di una ragazzina. Francesca vive in un paese della provincia di Pisa. Da tre anni e ogni notte resta per interminabili ore con gli occhi sbarrati nel buio. Intorno a lei non trova una sola mano per aggrapparsi e riemergere dal baratro in cui è caduta in quella terribile notte d'estate in camera di suo padre. Poi, un giorno, la forza di prendere un foglio e scrivere alla radio. Da lì sarà solo una voce, potrà gridare la sua disperazione senza la paura di essere vista, riconosciuta. Perché suo padre l'ha avvertita: "Se dici una sola parola di quello che è successo ti ammazzo". Dall'emittente parte l'invito ad andare in trasmissione. Forse raccontando la sua storia qualcuno potrà aiutarla. E così fa. Questa piccola donna offesa prima ancora di sbocciare, e che mai più ha voluto essere sfiorata da un ragazzo, prende il treno, sale le scale della stazione radiofonica e si siede davanti al microfono. Non sa neppure da dove le venga la forza ma parla, anche quando le domande del conduttore si fanno incalzanti - forse troppo - la invitano ad aggiungere particolari scabrosi, cercano di esplorare nella morbosa intimità di quella notte: quante volte, quanto tempo, era la prima volta? "Sì, era la prima volta, ma per favore, queste cose non le voglio dire". Francesca racconta invece con gran lucidità l'inizio di quell'inferno. Tutto cominciò con la separazione dei suoi genitori. La mamma va a vivere con un altro uomo e lei la segue. Una notte però resta a casa dal babbo. Come pensare a quello che sarebbe successo? E quell'uomo invece all'improvviso esce dal bagno, l'afferra, la lega al letto con un lenzuolo e come un animale le strazia anima e corpo. Segue la minaccia. Le dice che se parla sarà l'ultima cosa che fa. E come non credergli, dopo quello che le ha appena fatto. Francesca torna a vivere dalla madre e per due mesi si rifiuta di uscire di casa. E' chiaro che quella ragazzina ha qualcosa che non va. Ma nessuno pensa a una violenza del padre. Arrivano così le sedute dagli psicanalisti. Senza che niente riesca però a squarciare quel muro di terrore che Francesca ha costruito. Come se il destino si accanisse contro di lei, dopo poco tempo la madre si ammala e in pochi mesi la lascia. Uno strazio a cui questa adolescente crede di non resistere. Un inferno senza fine, anche perché costretta a tornare a vivere col padre. Per stare al capezzale della mamma ha perso anche il lavoro, ed ora è davvero sola e senza speranze. "Vi prego - sussurra alla radio - qualcuno mi dia un lavoro. Io con quell'uomo non ci posso stare".
(La conversazione del "G" con Francesca è disponibile in questo sito nel canale
"Io confesso").


FIRENZE NOI: "G" D.J. DI RADIO BLU.
Di Daniela Lombardi.

Sono in pochi in Toscana a non conoscere il "G". Questo personaggio si è fatto riconoscere solo con una lettera dell'alfabeto. Ha iniziato alla chetichella e ora è diventato uno dei grandi della radio. Personaggio dalle mille inventive, è riuscito a farsi spazio e a distinguersi nella folta giungla dei conduttori radiofonici. Il suo linguaggio il più delle volte è volutamente, eccessivamente scurrile. Ma questo per sottolineare che le vere parolacce non sono le sue. E' tutta la società che è da rivedere. Le vere parolacce sono: ipocrisia, cattiva politica, disinteresse per il prossimo. Vincitore più volte del Pegaso snobba alla grande questo tipo di manifestazioni. Non ama farsi vedere in TV, né sui giornali. "La radio è immaginazione e la gente deve vedermi con gli occhi dell'anima. L'unica eccezione la faccio negli spettacoli, e chi mi vuol vedere deve venirci (e ci viene!)". E' un tipo fondamentalmente pigro, che non ama fare la fila davanti agli studi dei "big" per poterlo diventare a sua volta, perché lui lo è già. I suoi programmi sono sconfinati oltre la Toscana, attraverso cassette registrate dai suoi ammiratori che stanno invadendo l'Italia e sono arrivate fino in Australia, in America, in Germania. Epoca, il prestigioso settimanale, gli ha dedicato un servizio, Rita Dalla Chiesa lo ha voluto ospite nel suo "Forum" per parlare di scherzi toscani, del nostro modo di fare umorismo. E in quell'occasione ha dovuto cedere e farsi vedere in TV, ma il suo posto, ha ribadito, è in radio, dove può dare ampio spazio alle sue fantasie e a quelle dei suoi ascoltatori.

IL TIRRENO:
Incredibile intervista del "G" a Pierino il vandalo.
"CREDO CHE COLPIRO' ANCORA" LO SFREGIO ERA STATO ANNUNCIATO.
Di Fabio Barni.

A suo modo, tra risposte prive di senso e frasi stampalate, Piero Cannata aveva annunciato che sarebbe tornato a colpire. "Se lei avesse una gamba gelata e bisognasse bruciare la Venere del Botticelli, io la salverei lo stesso", aveva dichiarato nel corso di un'intervista andata in onda giorni fa su Radio Blu. Il nemico giurato delle opere d'arte aveva avvertito tutti: "Forse sì, forse no. Ma penso di raggiungere un accordo prima". Un accordo, in sostanza per garantirsi l'impunità. "Non deve essere reato, lo faccio per questo", aveva risposto al "G", uno dei conduttori più noti e apprezzati dal pubblico. Oggi pomeriggio, intorno alle 15, il presentatore di Radio Blu manderà di nuovo in onda l'intervista, della quale il "G" ha gentilmente autorizzato la pubblicazione. Il botta e risposta con l'intervistatore non ha certo risparmiato risposte "sorprendenti" a domande serie e mirate. Tanto per cominciare, il David di Michelangelo ed un sassolino non sono poi troppo diversi. Almeno per Cannata. A sentirla mi sembra normale. Perché allora ha fatto quelle due cose? "Perché… E' come se mi chiedesse perché ho tirato un sassetto in mezzo alla strada". Ma il David è un'altra cosa. "Anche un pacchetto di sigarette vuoto è un'altra cosa". Comunque sia ci sono anche motivazioni più "serie". "Me l'ha detto mia moglie dopo aver fatto all'amore. Ecco, non me lo ha detto proprio lei, ma una voce che è scappata da lei". Sua moglie dopo aver fatto all'amore le ha chiesto di danneggiare il David? "Mi ha detto: Era questo che volevo. Poi mi ha chiesto anche di smettere di fumare. Ma è una cosa più complessa. Ci sono tre entità; io, lei e la donna. La donna non sceglie fra me e lei, ma io scelgo la felicità, scelgo di fare all'amore. Ma lei - prosegue rivolgendosi al "G" - lei che rappresenta tutto il maschile no". Lei ha scelto di essere felice? "Certamente". Ma che c'entra con il danneggiare le opere d'arte? "Mi è toccato anche smettere di fumare. Vede, i libri di grammatica dicono che i puntini di sospensione si usano per sottintendere, ma non sono grammatica. Se ce li mettessi mi "darebbe di barta" il capo. I libri di grammatica, invece, ce li mettono. E poi ho dovuto smettere di fumare, di bere il vino e tutte le droghe, la cocaina. Una volta ho provato l'eroina, ma non mi è piaciuta. Poi non ho mai ucciso né potrei, non le potrei rompere neanche una falangina". Ma al David sì. "E' un sasso qualsiasi". E l'affresco di Filippino Lippi? "Anche su un pacchetto di sigarette c'è disegnato un cammello". Quale sarà la prossima opera che sfregerà? "Penso che non ce ne sia più bisogno. O almeno, non è più necessario come prima. Forse sì, forse no".
(L'intera e vera conversazione del "G" con Piero Cannata è disponibile in questo sito nel canale "Io confesso").

IL CORRIERE:
Festival di Sanremo.
LE STRONCATURE DEL "G".
Di Stefania Sandrolini.


Sanremo è Sanremo e la manifestazione al solito ha già invaso oltre alle case anche i programmi radiofonici. Al "G" affidiamo il commento delle prime due serate della kermesse canora di quest'anno 2000. Dal blocco notes del "G" abbiamo rubato alcune perle, come ad esempio: "Fazio arriva con i rampicanti sulla giacca… La Sastre invece come arriva? Con gengive e salsicciotti". Il suo sorriso fisso, secondo la famosa voce, "è ben stampato sulle gengive, mentre col primo abito si vedevano i salsicciotti ai fianchi. Complimenti a chi l'ha vestita… ma anche a chi l'ha spogliata!". Sempre dagli appunti del "G" ecco un commento su Pavarotti: "Che c… ci sta a fare?", si chiede lo speaker prima di aggiungere a margine: "L'ho capito: col mascherone che si ritrova ci ricorda che è Carnevale". Nelle note prese l'altra sera segnala poi che la Sastre sbaglia i nomi dei direttori d'orchestra: "Uno l'ha ribattezzato "Culini", e un altro "Penini". Molto hard". E la coppia Minghi-Nava? "Lei sembra una donna delle pulizie. Il maestro Amedeo, invece, pare che abbia in testa un gatto morto con tanto di coda". Attentissimo a tutto quello che accadeva sul palco, il "G" ha annotato anche il fatto che Teo Teocoli durante la prima serata ha toccato il di dietro di Fazio. Il commento è di quelli senza peli sulla lingua: "Ha proprio toccato il fondo!". Il "G" ha scritto pensieri velenosi anche su tutti i cantanti. Eccone alcuni (i più ripetibili): "Tozzi si presenta con una giacca che è la rimanenza di una sua vecchia canzone, "Notte rosa". Irene Grandi, poi, ballonzola dentro delle scarpe che la fanno sembrare venuta direttamente da Madonna di Campiglio senza togliersi gli sci. Annie Lennox, invece, è cattiva, perché ha fatto notare chiaramente come le nostre interpreti manchino di classe ed eleganza. Gli Avion Travel? Solita maschera del cantante, che quest'anno presenta come unica novità dei gustosi fili di saliva…". E conclude: "Che schifo!". La canzone o il Festival?, chiediamo. La risposta, lapidaria, è: "Fate un po' voi!".

(E, per concludere questa parziale rassegna stampa sul "G", ecco il primo articolo scritto su di lui. In realtà neanche questo fu il primo in assoluto. I giornali se ne erano già occupati per motivi musicali, ma quella è un'altra storia, contrassegnata dal suo nome intero: il "G" stampato nasce così).

LA PROVINCIA:
IO, IL "G", VI PARLO DEI MIEI SCHERZI VIA RADIO.
Il popolare animatore, famoso per l'abilità nel condurre giochi telefonici,
racconta la sua vita e la sua carriera.
Di Piero Ceccatelli.


Ad attenderlo giù nell'atrio una biondina di non più di diciassette anni, un gran pacco sotto il braccio. "Mi chiamo Angela, vengo da Scandicci. Domani è il suo compleanno e sono qua per portargli un regalo anche da parte delle mie amiche". Destinatario di così gentile pensiero è il titolare di una delle voci divenute più famose presso gli ascoltatori della radio. Ha un nome, un cognome, una fisionomia, un'età precisa, uno stato civile, ma non riveliamo niente: la radio è il mezzo dell'immaginazione e fare certi annunci significherebbe uccidere la fantasia di chi ascolta. Sì, perché tutti si sono fatti un'idea del suo volto, della sua taglia fisica, della sua età, del fatto se abbia "il cuore libero oppure moglie". E si sono fatti mille idee su quale sia il suo vero nome, che lui trincera dietro un'ineffabile sigla. "Ciao a tutti, sono il "G", annuncia ogni mezzogiorno agli ascoltatori di Radio Blu, che non mancano di seguirne le originalissime trasmissioni. Il "G", si chiama proprio così, con la semplice lettera dell'alfabeto scelta per trovare un nome di battaglia fulminante, secco, rapidissimo, sfrontato. Con la consegna di non rivelarne nome e cognome, generalità e segni particolari, abbiamo avvicinato il "G" per scoprire i motivi di un così originale modo di concepire la radio. Come hai scoperto la tua vocazione per la radio? "Ci sono voluti degli anni. Nel 1977 un amico disc-jockey mi presentò a una emittente fiorentina, dove fui subito direttore artistico, ma non dicevo una parola davanti al microfono". Avrai pur avuto dei precedenti… "No. Fino allora avevo suonato in un gruppo, inciso un disco, scritto canzoni per altri interpreti". Chissà come mordevi il freno a non esibirti. "Per nulla. Avevo un sacco di idee che facevo eseguire agli altri, ritenendomi incapace di farlo io. Io pensavo, loro concretizzavano". Quali erano all'epoca i parti della tua fantasia? "Ci vorrebbe tutto il tuo giornale per parlarne: come direttore sostenevo un palinsesto di 24 ore su 24 in diretta, con pochissimi momenti musicali. Posso citare, per restare in tema, "I Rompiscatole", il primo programma a base di scherzi telefonici sperimentato da una radio toscana. Era il 1978". Già da allora scherzi al telefono… "Eh, sì. Allora facevo attraverso gli altri quello che alcuni anni dopo avrei preso a fare in proprio io stesso". Quanto ti ci è voluto perché ti decidessi a impugnare il microfono? "Circa sei anni da direttore artistico, in quattro emittenti diverse, l'ultima delle quali, Radio Blu, mi ha visto fare il grande salto. Una domenica mattina, sperimentalmente, debuttai con un programma intitolato "Amici miei". Era il 16 gennaio 1983. Fu un successo immediato, e presto mi ricavai nel palinsesto uno spazio più ampio tutto per me". E hai incominciato con le tue incredibili allusioni al sesso, salsa irrinunciabile di ogni tuo piatto… "E gli ascoltatori hanno mangiato, e mangiano tutt'ora, con molto gusto le mie pietanze. Il fatto è che alla gente piacciono essenzialmente due cose: il sesso e i fatti degli altri, e io con le mie telefonate glieli servo abbondantemente, anche perché questa è l'esca più sicura per farla restare incollata alla radio e poter proporre, diluiti in pillole, argomenti di maggior impegno che altrimenti sarebbero mal digeriti". Brutta la parola "esca". "Sì, ma tanto… "Abboccano!" - replica lui con splendido senso della battuta. "Abboccano!" si chiamava una tua incredibile rubrica di scherzi telefonici. Che fine ha fatto? "Si è solo trasformata nel "Sondazzo", programma più organico che comunque si basa sugli stessi principi". Come scegli le tue "vittime"? "Brutta la parola "vittime"! Comunque se prima usavo prevalentemente gli annunci economici adesso mi baso esclusivamente sugli elenchi del telefono" Ti inventi personaggi incredibili. "Oh, sì, Gugliermo Passeri è il più brutale, un becero che, per esempio, fingendo di dover consegnare dei pasticcini, telefona a ignare signore avvisandole di stare per portar loro qualcosa come settecento bigné e minacciando, alla prima obiezione, di "ficcargliele tutte giù per la gola". Poi c'è il notaio Cannavacciuolo, il maresciallo Pampurio della Squadra Immobile, l'avvocato Cerusico, oltre al tocco di orientalità dato dal porcone Abdul Kemajal. E poi tanti altri…". Ma i preferiti sono ovviamente i personaggi a sfondo sexy. "Sono molto orgoglioso delle mie interpretazioni di Elvira Tirasassi e di Gisella. La prima è una ottantasettenne sdentata che telefona agli uomini vantando sensi ancor svegli e dicendosi disposta a pagare qualsiasi cifra per una seduta amorosa. L'altra è una ragazza disinibita, provocante. Modulo la voce e gli uomini restano incantati, quei bischeracci". Qualche brutto quarto d'ora lo avrai passato… "Come no? Successe quando un personaggio in vista e dalla voce molto ben riconoscibile confessò certi particolari sotto l'incalzare di Gisella: "Non mi viene molto duro", disse, e tutti lo sentirono. Qualcuno lo riconobbe e lo avvertì. Me lo ritrovai di fronte mentre brandiva un pesantissimo portacenere di onice al di sopra della mia testa. Fu durissima convincerlo a comprendere lo spirito della trasmissione, ma alla fine il portacenere si ammosciò come il suo pisello". Ma allora parli sempre di sesso. "Non è affatto vero: sono i cervelli degli ascoltatori (o dei giornalisti) che captano esclusivamente questo particolare argomento. Commento in modo seriamente ironico le notizie, mi occupo del sociale… Per esempio, sono stato anche una specie di difensore civico: telefonavo ai potenti, ai responsabili di pubblici servizi e mettevo a nudo la loro inefficienza. Risolsi così molti dei casi che mi venivano segnalati dagli ascoltatori. Mi presentavo come il signor Rompi e chiedevo, denunciavo, aprivo crisi… Insomma, rompevo!". A vederti così, ora, sembri un personaggio tranquillissimo, un dottor Jeckill… "No, non credo di diventare un Mr. Hyde al microfono, tiro fuori soltanto quel lato della mia personalità più nascosto e voglioso di fare, intervenire, stupire, cambiare qualcosa nel ristagno di questa società. Per farlo non modifico la mia voce come tanti miei colleghi, cerco di essere il più spontaneo possibile, improvviso tutto, costruisco sul momento, e non a tavolino. Penso che gli ascoltatori questo l'abbiano capito". Beh, può bastare. Per dirvi chi è "G" abbiamo fatto parlare la stampa, con tutti i limiti posti ad essa da quell'approssimazione colma di ovvietà che la contraddistingue. Agli articoli che sono qui riportati è stata apportata qualche correzione, per renderli più umanamente intelligibili: errori di stampa, virgole selvagge… Una precisazione: rileggendo tutto questo il "G" non si è affatto montata la testa (è salito direttamente su un piedistallo, sostituendosi al Monumento al Cerino in Piazza delle Candele Spente! Sapete, proprio di fronte a Via delle Cantonate…).

 
 
 
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